3 giugno 2012

Antonello Grano e Bruno Colosimo. C'eravamo tanto amati



Vi sarebbe la mano dell’ex sindaco di Cropani, Antonello Grano, alla base dell’operazione che ha portato alle dimissioni in massa di ben nove consiglieri. Cinque della minoranza e quattro della maggioranza. La metà più uno. I numeri giusti per far cadere l’attuale governo di Bruno Colosimo
Non lo cita mai espressamente. Ma i riferimenti sono palesi. Alla fine del comizio si lascia andare: “Un ex amministratore di grosso calibro. Chi ha orecchi per intendere intenda”. Sarebbe da addebitare all'Amministrazione Grano la situazione disastrosa sotto il profilo economico dell’Ente, dunque. “Siamo ridotti come la Grecia”, immagina. “Bilanci drogati (parole su, ndb) con i proventi dell’autovelox abbiamo trovato”. Voragini di bilancio che l’attuale sindaco avrebbe “coperto con grande senso di responsabilità”. “Siamo bravi”, esulta. Perché “è giusto dirlo quando è vero”. Bravi e responsabili. Quello che non sarebbero, invece, i componenti del civico consesso che hanno abbandonato. “Se lasciamo il Comune ad un commissario – dice rivolgendosi a Francì – u pontinu u se fa cchjù”. Pontino e tanto altro. Come le manifestazioni culturali: dell’associazione La Masnada, delle Parole nel vento, di Dolce divino di Ciccio Dragone, come le feste di paese e di rione. Colosimo chiama per nome gli organizzatori delle varie: Sant’Antonio, Santa Barbara, ecc... “Il commissario applica la legge alla lettera. Anche io. Ma io faccio politica. Vado incontro alle esigenze dei cittadini. Il commissario no”. E dire che, quando vinse alle elezioni comunali del 2009, il primo a congratularsi con il neoeletto fu proprio Antonello Grano. Della serie: c’eravamo tanto amati.
In piazza Casolini il sindaco è atteso. Diversi i cittadini che pendono dalle sue labbra. Che vogliono capire cosa sta succedendo al Palazzo e ai lavori pubblici. E lui fa mea colpa. “Forse avrei dovuto incontrarvi prima. Forse. Forse ho fatto bene a non farlo. Forse”. Forse così o cosà. Forse. Cantato e suonato da lui medesimo. Nessuna nota stonata in un’ora e mezza.
Dopo le accuse per la situazione economica a Grano passa al contrattacco. “La vicenda del lungomare la sapete tutti. Tutti sapete come sono andate le cose”. Ma non le spiega, le cose. Rassicura sul fatto che entro la fine di giugno “il primo piazzale sarà finito”. Per il secondo slargo racconta di un accordo con l’ex vicesindaco della sua giunta, Vincenzo Falbo. Uno scambio con un terreno di proprietà comunale. “Sì, c’era”, ribadisce. Ricambiato con una permuta. “Permuta che non ci sarà più”. Vero come è vero che neanche lui è più vicesindaco. Nel monologo di Colosimo c’è spazio per tutto il suo repertorio. “Non leggo facebook, e nemmeno il blog di Grimaldi”. Eppure chiede: “Come è possibile che un ex sindaco affermi che gli errori per il lungomare debbano essere addebitati alla giunta? Solo ai tecnici e al rup, responsabile unico del procedimento”. Forse qualcuno glielo avrà riferito. E questo infatti non è leggere è ascoltare. Per questo sottolinea la differenza. Forse. Non legge il blog di Grimaldi, però chiede retoricamente al gestore: “Sono io il monarca se questi signori hanno approfittato delle dimissioni di un’onesta persona, quale Daniela Narda, per accodarsi con l’intento di far commissariare il Comune?”
È un fiume in piena. Loda tutto il suo operato. Anche se ha commesso degli errori. Forse. Raccolta differenziata. Sconto del trenta per cento sulla bolletta dell’acqua “grazie all’assessore al bilancio Angela Tarantino”. Debiti sanati e convertiti in entrate. Turismo. Cultura. Nonostante la “droga” dell’autovelox di Antonello Grano. Che puntualizza: “I residui attivi ammontano a 5 milioni di euro. Vi sto dando una notizia nuova, e non a soli un milione e 800 mila euro come ha criticamente osservato la minoranza sui giornali”.
“Cosa dobbiamo fare? Ve lo chiedo”. Un tormentone. La scelta è con il commissario. Già, con l’organo di governo u pontinu di Francì non si fa. E nemmeno le serate culturali che collocano Cropani al centro del mondo. Più della Grecia.

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