6 dicembre 2013

A long walk to freedom

Quando ho sentito la notizia mi è venuto in mente proprio quel manifesto. Affisso in un'umida sezione di Rifondazione Comunista.
Sarà stato il '95, pieno Novecento. Entrai in quella sezione da turista e guardai quel manifesto. Un uomo sorridente col pugno chiuso alzato. "AMANDLA. VIVA IL SUDAFRICA LIBERO", c'era scritto così. Quell'uomo sorridente era la testimonianza diretta che è possibile un "lungo cammino verso la libertà". E quel pugno alzato era il segno della vittoria, la vittoria degli ultimi. Di quelli che fino a qualche anno prima venivano considerati "bestie, animali da riserva"; di quelli che erano costretti a vivere una vita separata: l'apartheid.
Quell'uomo sorridente col pugno alzato ha segnato la mia vita. Ad un giovane adolescente in cerca di un ideale quell'uomo era il "che" Guevara del nostro tempo. Un uomo che incarnava una battaglia, un cammino. Una lotta fatta di emancipazione, di dedizione ad una causa - quella dell'uguaglianza tra tutti gli uomini - che è costata il carcere e la privazione della libertà, il sacrificio della propria vita personale in nome della libertà per milioni di persone.
Quell'uomo sorridente era il Martin Luther King degli anni '90, l'incarnazione della barbarie dell'occidente e del capitalismo. Quell'uomo rappresentava le lotte per i diritti civili, per i diritti umani, per l'istruzione e l'assistenza a tutti, senza distinzione di colore della pelle. Quell'uomo era Nelson Mandela.
La storia di quell'uomo e della sua lotta ha segnato la mia vita perché era non solo un simbolo, ma la dimostrazione concreta, reale, della possibilità del cambiamento. Il segno che le rivoluzioni sono sempre possibili. Mandela è stato un esempio per la mia formazione umana e politica, fino a voler dedicare la mia tesi di laurea alla "Politica estera dei diritti umani", la politica estera del Mandela presidente della nazione arcobaleno.
Oggi Mandela ha smesso di mostrare il suo volto sorridente a tutti coloro che combattono la loro lotta. Mandela è stato un gigante del '900.
Quanto piccoli e meschini sono i politici contemporanei a confronto? Quanto piccoli e meschini siamo noi che abbiamo deciso di non combattere più la nostra lotta? Abbiamo forse abbandonato il nostro lungo cammino verso la libertà?

Viva Mandela, viva la lotta.

5 novembre 2013

Parise: "Le nostre piante di ulivo sono in pericolo"

Pianta di ulivo affetta dal batterio Xylella Fastidiosa (Lecce)
SAN MARCO ARGENTANO: <<Le nostre piante di ulivo, simbolo della nostra terra, sono in pericolo>> è il grido dall’allarme del giovane Antonio Parise, già impegnato in battaglie legate al mondo dell’agricoltura come gli “usi civici” e i “consorzi di bonifica”. <<Centinaia di migliaia di ulivi della Puglia sono stati condannati a morte da un batterio che li fa seccare.  Non si sa come e quando questo micidiale parassita sia comparso in Puglia. Questo fa capire che il rischio di un contagio nel resto dell’Italia è troppo alto, non abbiamo tempo da perdere>> . A causare il “complesso del disseccamento rapido dell’ulivo” è l’“Xylella Fastidiosa”, un batterio finora mai riscontrato in Europa e mai su questa specie vegetale. E’di tipo patogeno, inserito nell’elenco a1. Tradotto, significa che rientra nella lista nera dei batteri da quarantena, necessariamente da isolare, a causa della sua portata infettiva. <<Dopo aver sottovalutato la massiccia invasione del “Cinipide Galligeno” nei confronti dei nostri castagni, non possiamo permetterci di perdere anche i nostri ulivi>>. Parise dunque fa quadrato chiamando a raccolta le istituzioni <<ringraziando la sensibilità dei numerosi sindaci contattati, che si sono messi da subito a disposizione, al servizio di questa importante causa. Intanto sono stati allertati gli organi istituzionali sovra comunali per trovare un modo per arginare questa problematica>>. Problematica che, se non verrà contrastata in maniera celere, potrebbe avere la forza di provocare danni irreparabili.

26 luglio 2013

Morti il 4 luglio: dissesto fu!

Dal blog Sersale2012:


Lì dove non riuscirono alchimie finanziarie, dove non ce la fecero stuoli di avvocati e commercialisti... lì osarono le aquile!
I rapaci giudici della Corte dei Conti di Catanzaro, con deliberazione n°30 del 4 luglio 2013 hanno stabilito che:

La situazione esposta, nonostante i chiarimenti prodotti dall'Organo di Revisione e dall'Amministrazione, conferma la inadeguatezza dell'Ente a far fronte regolarmente alle proprie obbligazioni, specie sotto il profilo dei pagamenti, tale da ingenerare ulteriore sofferenza di cassa sui futuri bilanci, soprattutto per la presenza di numerosi debiti fuori bilancio ancora da riconoscere.
[...]
...questa Sezione non può che rimarcare come la situazione finanziaria complessiva del Comune di Sersale rimane estremamente critica...
[...]
... la Sezione ritiene confermata la situazione di DISSESTO.
Poche ineluttabili parole a testimonianza del sonoro e ineluttabile FALLIMENTO di Progetto Sersale.
L'Amministrazione Torchia deve al più presto dichiarare il dissesto finanziario e predisporre tutte le misure correttive al fine di risanare i danni che ha provocato.
Riassunto delle puntate precedenti:
  • con deliberazione n°340/2012 la Corte dei Conti rilevava che, in ordine al rendiconto 2010, il comune di Sersale era incapace di realizzare entrate e finanziava la spesa corrente con entrate a carattere non ripetitivo;
  • con delibera di consiglio n°12/2013 l'Amministrazione Torchia richiedeva la procedura di riequilibrio finanziario sostenendo di poter sanare autonomanente il bilancio (che essa stessa aveva già dissestato con 5.828.567,61 € di debiti contratti esclusivamente da “Progetto Sersale” per il fallimentare PIP di Borda, per le opere alla Porta del Parco, ed altri investimenti senza futuro che hanno ucciso il bilancio comunale!), sperando poi di riuscire a mascherare il dissesto dietro le sentenze di risarcimento in arrivo;
  • con deliberazione n. 17/2013 la Corte dei Conti rigetta la procedura di autocommissariamento dell'Amministrazione Torchia e chiede al comune ulteriori adempimenti per giungere alla procedura di "dissesto guidato";
  • l'Amministrazione Torchia, con delibera di consiglio n°18/2013, ribatte alla Corte cercando di ottenere la procedura di riequilibrio piuttosto che il dissesto: in ballo c'è l'ineleggibilità per dolo o colpa grave degli amministratori di enti dissestati;
  • con deliberazione n°22/2013 la Corte chiede al Revisore Contabile comunale una serie dettagliata di indicatori sui quali stabilire se l'Amministrazione mente sapendo di mentire, o mente non sapendo ciò che dice, e il Revisore fa "una relazione programmatica" nella quale vengono fuori solo aumenti di tasse e tariffe e non vengono esposte le ragioni reali del dissesto: le spese faraoniche ed elettoriali di Progetto Sersale;
Infine la doccia gelata dell'ultima strigliata della Corte dei Conti.
In quest'ultima deliberazione si afferma che "solo a seguito della deliberazione 340/2012 l'Ente si è reso conto di aver raggiunto lo status di ente strutturalmente deficitario" (fino ad allora hanno guidato il comune come dei folli su un'auto senza freni).
Inoltre risulta chiaro come anche nel rendiconto 2011 si siano iscritti crediti non esigibili che hanno realizzato un finto avanzo di amministrazione, come si siano utilizzati fondi vincolati (restituzione tariffe depurazione) per la spesa corrente e non si siano ricostituiti, come il comune abbia fatto ricorso ad anticipazioni di tesoreria per ripianare debiti contratti con privati e fornitori, ma queste anticipazioni non sono state ricostiuite né sono stati specificati gli importi dei creditori (nella sua gestione folle, Progetto Sersale sottrae perfino i fondi vincolati destinati ai cittadini).
Tre situazioni che certificano una gestione della cosa pubblica negli ultimi 10 anni improntata a tre principi:
a) nessuna razionalizzazione della spesa e armonizzazione delle entrate, con conseguente disavanzo nel 2011 e 2012 - tutte spese a sfondo elettorale;
b) sovrastima delle entrate (o uso di entrate eccezionali) rispetto alle uscite che determina la falsificazione dei bilanci 2010 e 2011;
c) tentativo diversivo di far ricadere sulle sentenze (e sulle amministrazioni precedenti) le responsabilità del dissesto.
Su quest'ultimo punto giova riportare testualemente quanto scrive la corte:
Secondo quanto riportato dall'Organo di Revisione, i debiti fuori bilancio che necessitano di copertura finanziaria ammontano a maggio 2013 ad € 2.573.788. Al 31 dicembre 2012, l'importo era invece di € 945.465, in quanto la sentenza di importo maggiore (€ 1.628.322 - eredi Colosimo) reca il n. 20/2013, mentre tutte le altre sentenze risalgono al 2011, 2010 al 2006.
L'amministrazione Torchia sapeva già gli importi delle sentenze fino al 2012 (e poteva anche prevedere gli esiti del 2013) ma ha preferito indebitarsi all'inverosimile (PIP, Porta Parco, muri e muretti) pur di vincere le elezioni. Anche se a farne le spese ora saranno tutti i sersalesi.
A questo punto i sersalesi devono sapere che gli aumenti delle tariffe idriche, rifiuti, dello scuolabus, della mensa, o la riduzione delle feste, dei servizi, delle riparazioni, dei lavori pubblici sono tutti interamente imputabili a Progetto Sersale e all'amministrazione Torchia.
I sersalesi devono inoltre ricordare che questa situazione viene fuori dal fatto che Torchia&Co. volevano vincere facile e hanno intensificato le spese a fini clientelari e di propaganda. Non hanno mai minimamente pensato a razionalizzare il costo dei rifiuti, a ottimizzare il servizio idrico, a chiedere ai debitori del comune il loro dovuto (biomasse). Non hanno mai realizzato una rete di servizi sociali e al turismo autosufficiente, non hanno mai investito su Sersale, ma casualmente fuori dal paese (vedi PIP Borda o Porta del Parco).
Progetto Sersale ha ingabbiato il presente in un nulla politico e progettuale e ha ipotecato il futuro con un debito che pagheremo per almeno dieci anni!
Noi non chiediamo le dimissioni del Sindaco Torchia.
Noi pretendiamo che coloro che ci hanno cacciato in questo guaio risolvano il problema e che se necessario ne paghino le conseguenze davanti alla giustizia.
Per sapere quali giustificazioni accamperà l'Amministrazione Comunale siete invitati al Consiglio Comunale
Venerdì 26 luglio, ore 18.00

25 luglio 2013

QUANDO UNO NON VALE NIENTE ...

Che te ne fai del 25% di consensi e di quasi 9 mln di voti? Il Grande Fratello cibernetico!
L'inconsistenza politica M5S è contenuta in uno sclerotico e autoreferenziale discorso: scontrini, diarie, fedeltà al leader, epurazioni, nemici esterni, giornalisti servi di partito.
Che fine hanno fatto la riforma della politica, la moralizzazione dal basso, la scatoletta di tonno? E il potenziale del MoVimento di Grillo che aveva costretto il PD a non candidare impresentabili, a scegliere Grasso e Boldrini al posto degli Schifani o Finocchiaro?
Grillo non vuole stringere accordi col PdmenoL per estinguerlo e raggiungere il 51% dei consensi; di conseguenza ha umiliato Bersani in streaming facendo apparire Berlusconi abile stratega nonché saggio statista, ha favorito prima le larghe intese per Re Giorgio che hanno impedito a Rodotà di diventare Presidente, poi il governissimo dell'inciucio che suggella la morte di Andreotti con l'eterno ritorno della DC. Praticamente ciò che il M5S più deplorava.
Il MoVimento si è rinchiuso in una diatriba infinita su se stesso. Nel blog dei WuMing1 si trova un'analisi metapolitica del M5S:
[...] il discorso di Grillo/Casaleggio è un mix di vari populismi e miti interclassisti, con fortissimi elementi di liberismo e addirittura di ideologia da destra «anarcocapitalista». [...] Il grillismo ha occupato con un discorso diversivo (contro la «Kasta» invece che contro le politiche liberiste, contro la disonestà degli amministratori anziché contro le basi strutturali del sistema) lo spazio che in altri paesi europei è occupato da movimenti nitidamente anti-austerity, anticapitalistici.
Il refrain “nè destra, né sinistra” è la tipica espressione dei movimenti criptofascisti; la supposta e-democracy della rete sconfina nel politburo o plebiscitarismo post-moderno alla Scientology; il NonStatuto, il NonPartito (e poi la Neolingua, lo Psicoreato orwelliani!), cancellano la democrazia interna e fanno di Grillo il padre-padrone e di Casaleggio un apocalittico marketing leader; adepti che ripetono pedissequamente “vaffanculo, tutti a casa” appena si critica il MoVimento.
Grillo ha poi occupato le battaglie per l'acqua, la Tav o il Ponte, quando erano mediaticamente identificabili col MoVimento o le boicotta quando sono di altri (vedi proposta sul salario minimo, referendum sulla Fornero). Il programma tecnicistico che piace sia ad economisti e ingegneri che ai giovanotti di Casapound è il substrato anarcocapitalista che ingloba “laqualunque”.
Infine la pulsione moralizzatrice per individuare nel ceto politico e nel suo stuolo di pennivendoli un finto nemico del popolo. Il bastaKasta, legittimo in tempi di scandali da tardo impero, è un discorso altamente diversivo, distoglie l'attenzione dal problema vero: il declino italiano non è (solo) colpa di politici corrotti, ma è il risultato del funzionamento del sistema.
Per intenderci: il mantra della privatizzazione (scuola, formazione e servizi a pagamento) ha decretato l'impoverimento della middle class i cui mutui sono diventati titoli spazzatura per le banche; quindi queste, non potendo più sostenere il debito pubblico (quantunque Grecia Spagna e Italia non fossero insolventi), sono state salvate dalla BCE; che ha chiesto in cambio le condizionalità del fiscal compact: privatizzazioni e cancellazione di diritti sindacali e sociali. Una lotta per salvare il turbocapitalismo finanziario. In Italia il 10% della popolazione detiene il 90% della ricchezza: perciò la lotta di classe esiste e la conducono i capitalisti contro i cittadini!
Altrove questo arcano è stato svelato e infatti Syriza, Izquierda Unida, Linke, i movimenti #Occupy – aggregazioni di sinistre e movimenti – conquistano consensi perché ripudiano l'Europa della finanza in quanto sovrastruttura del capitalismo. In Italia no. In Italia ci stiamo impiccando agli isterismi autoritari di Grillo, alle epurazioni, ai clic dei meet-up, ai cinguettii dei debuttanti pentastellati. In attesa del default per svelare il loro paradiso cibernetico, i grillini offrono una cover story al potere, anziché un elemento di disturbo al manovratore, il M5S ha finito per essere il suo inconsapevole strumento: un'arma di distrazione di massa.
Come i luterani: più che riformare la Chiesa, ottennero l'Inquisizione e il silenziamento delle alternative. È per questo che mi sento di parafrasare Grillo: “quando uno non vale niente, deve andarsene”.
1 WU MING (collettivo letterario bolognese della New Italian Epic autore dei romanzi Q, 54, Manituana,) - “Perché tifiamo rivolta nel Movimento 5 Stelle” - Blog GIAP, 27/02/2013



Questo post (già pubblicato in EP su IndiAut il 12 giugno scorso) sarebbe dovuto uscire su LaM, ma questa volta si saranno scordati di me perché La Masnada affronta un parto gemellare: laM 101 & il suo festivaletteratura 'parole erranti', giunto quest'anno alla 10a edizione!

appuntamento perciò a Cropani borgo, piazza duomo, 3 4 5 agosto per celebrare questa duplice nascita letteraria!
ecco il programma:

sabato 3 agosto ore 22:00
radicanto
monologo teatrale di giuseppe mortelliti

domenica 4 agosto
ore 22:00 anteprima
merde di razza pt I di andrea giannasi
su come la cattiveria può essere poesia
ore 22:15
diario del complotto
presentazione del libro di poesia di gianluca pitari con masnadieri a corredo!
musiche di carmine torchia

lunedì 5 agosto ore 22:00
ore 22:00 anteprima
merde di razza pt II di andrea giannasi
su come la cattiveria può essere poesia
ore 22:15
poeti a duello
disfida poetica notturna

12 giugno 2013

Questo M5S "non vale niente, se ne vada"

"Quando uno non vale niente..." ha scritto Beppe Grillo sul suo blog, invitando una senatrice dissidente ad andarsene; ma le sue parole andrebbero parafrasate e adattate all'intero moVimento di chi (leggi Beppe Grillo) "per chissà quali fortune, per chissà quali divine investiture, usa il progetto di milioni di italiani per promuovere se stesso e assicurarsi un posto al sole, allora è uno che non vale proprio niente."

A pochi mesi dal Booom! del M5S mi pare più che mai necessario che questo moVimento ritorni nel suo alveo convenzionale: la protesta di quartiere, il comitato civico, e smetta di tediare la politica italiana con questioni che afferiscono più ad una setta stile Scientology che ad un movimento che aveva l'ambizione di riformare la politica italiana.
Nei mesi scorsi mi sono spellato le mani sulla tastiera cercando di capire chi fossero Grillo&Casaleggio; mi sono preoccupato quando ho visto i video di presentazione degli aspiranti parlamentari pentastellati; e quando ho ricostruito i primi giorni di vita parlamentare del moVimento, a mio parere solo un enorme spreco di 'sputazza'.
Mi sono spellato le mani perché manipoli di nuovi attivisti, con fare messianico e fede evangelica, mi hanno apostrofato quasi come un invidioso della sinistra senza rappresentanza, perché la loro era finalmente una rivoluzione italiana. Perchè il moVimento avrebbe aperto il parlamento come una scatoletta, avrebbe moralizzato la corruzione, fustigato il malaffare e sgominato l'inciucio: "vaffanculo, tutti a casa" è stata la risposta al ben che minimo accenno di critica al capo e al settarismo pentastellato.

Ora quel vaffanculo lo rivolgo io a militanti, parlamentari, invasati e semplici creduloni a 5 stelle. Ve ne dovete andare a casa, proprio perché come dice Grillo, non valete niente.
Il mio vaffanculo è politicamente motivato, da una prospettiva di sinistra, da una pratica di movimento vero.

Illuminante nell'analisi del fenomeno 5 stelle è stato un bel post nel blog dei Wu Ming ("Perché tifiamo rivolta nel moVimento 5 stelle", ndb). Secondo il collettivo di scrittori infatti
il discorso di Grillo/Casaleggio è un mix di vari populismi e miti interclassisti, con fortissimi elementi di liberismo e addirittura di ideologia da destra «anarcocapitalista». [...]
Il grillismo ha occupato con un discorso diversivo (contro la «Kasta» invece che contro le politiche liberiste, contro la disonestà degli amministratori anziché contro le basi strutturali del sistema) lo spazio che in altri paesi europei è occupato da movimenti nitidamente anti-austerity, anticapitalistici.
Nel discorso grillino gli altri movimenti non esistono. Quando il M5s partecipa a una lotta avviata da altri, Grillo tende a descrivere quella lotta come se fosse patrimonio esclusivo cinque stelle: noi abbiamo usato i nostri corpi per fermare il TAV, noi abbiamo fermato il ponte sullo Stretto, noi abbiamo vinto i referendum per l’acqua etc. Grillo ha «messo il cappello» o provato a mettere il cappello su quasi tutte le mobilitazioni e rivendicazioni dei movimenti sociali in Italia. [...]
La critica alle ambiguità del «grillismo» (inteso come struttura organizzativa e comunicativa, e soprattutto come orizzonte di discorso), alla sua natura di movimento «diversivo», sta tutta qui.
"Nè destra né sinistra" è stato il mantra del moVimento, un mantra che attraverso la narrazione etica del bastaKa$ta ha puntato a espungere il conflitto di classe, il conflitto sociale dall'agone politico incapsulandolo all'interno di un rigidismo dogmatico, di un monolite - il grillismo, per l'appunto - che lungi dal fungere da leva di cambiamento, finisce per assolvere il ruolo di balancer nel sistema di inciucio perpetuo all'italiana.

Ciò che voglio dire è che il moVimento è partito da una fondazione di attivismo civico, con l'obiettivo di porre il fiato sul collo alla classe dirigente. Poi si è evoluto in una aggregazione politica con un programma più o meno vago di riforme e, attraverso un populismo demagogico, è entrato in parlamento.
Se per un verso lo straordinario successo di Grillo ha spinto il sistema a innovarsi, vedi la nomina di Boldrini e Grasso - due presentabili - dall'altro, col suo oltranzismo (e con l'obiettivo di assaltare e distruggere, inglobare il PD) su un'ipotesi di governo con Bersani, ha ottenuto l'effetto contrario dei suoi obiettivi.
Il governo di inciucio perfetto - che salva Berlusconi e difende il potere delle lobbies italiane - è figlio proprio delle (non) scelte del moVimento. Lo psicodramma PD durante l'elezione di Napolitano è figlia dell'incapacità di portare a casa un risultato politico: Rodotà presidente della repubblica.
Grillo aveva la forza elettorale per attrarre il Pd nel suo solco programmatico di riforma della politica italiana, ma questo significava sporcarsi le mani. E sporcarsi le mani in politica, significa perdere la propria verginità e questo si configura come un corto circuito per un movimento che ha molti degli aspetti salienti delle sette millenaristiche:
la narrazione del Popolo «uno e indivisibile» che rappresenta in blocco la «società onesta» e si oppone ai «politici», alla «casta», ai «ladri» (che evidentemente non fanno parte del Popolo, chissà da dove sbucano!).
Perché questa narrazione rimanga in piedi, ogni nemico dev’essere esterno all’immagine di popolo che il movimento diversivo propaganda.
Ergo: niente contraddizioni di classe, niente interessi contrapposti, niente scontri dentro il Popolo
E solo il Megafono incarna questo popolo e la sua volontà, che ha il diritto ultimo e primo di decidere la via, la strada e gli uomini, gli eletti.

Ebbene proprio la nascita del moVimento, con le sue strategie di marketing e di consenso dettate da Casaleggio Associati, ha impedito che in Italia nascessero movimenti come quelli degli indignados spagnoli, i gruppi #occupy, forze politiche come Siryza e Izquierda Unida, Front de Gauche, Linke, tutti chiaramente anticapitalisti, evoluzioni di quel movimento altermondialista massacrato a Genova.
Grillo ha occupato un vuoto lasciato dalla sinistra radicale e di alternativa, coprendo col suo mantra a-politico la rete dei movimenti reali che in questi anni hanno aggredito il berlusconismo considerandolo non una anomalia italiana, ma una manifestazione del trentennio liberista.
Grillo ha occupato un terreno di conflitti costruito dai NoTav, NoPonte, l'Onda, ecc... ancorandolo ad una narrazione fondamentalmente di destra, e quindi conservatrice dello status quo. L'anestesia del conflitto sociale è avvenuta con l'ingresso dei parlamentari pentastellati in parlamento: le diatribe infinite sulla diaria, la rendicontazione degli scontrini, il chiacchiericcio su epurazioni e democrazia interna al movimento hanno finito per far scivolare fuori dal dibattito i temi del conflitto - la Tav, il Reddito Minimo Garantito, le misure anticrisi e la critica al liberismo del fiscal compact.

Non solo il grillismo ha impedito la costruzione di un fronte anticapitalista ma, adottando la stessa politica berlusconiana dell'annuncio messianico (chi non è con noi è contro di noi, giornalismo nemico) e del populismo, ha profondamente screditato lo pseudo-riformismo del PD, ha accelerato le decomposizioni dei partiti strutturati e la riorganizzazione della vecchia politica attorno al governo di larghe intese.

Morale della favola:
chi ha votato Grillo perché deluso dalla sinistra si ritrova oggi senza sinistra e senza degni rappresentanti (i cittadini M5S in parlamento non hanno ancora realizzato nessun punto di programma);
chi voleva più trasparenza nella gestione della cosa pubblica si ritrova i vecchi partiti ancora più arroccati sui privilegi;
chi voleva un moVimento "watchdog", si ritrova un plotone di parlamentari senza nessuna carica (a parte la vigilanza Rai) e senza potere negoziale nelle commissioni decisive;
chi ha votato Grillo per incalzare il centrosinistra si ritrova un governo d'inciucio e lungi dallo scomparire, il PD sopravviverà nelle vesti di nuova DC;
chi, imprenditore o ex leghista, ha abbandonato i propri riferimenti berlusconiani si ritrova a ricredersi: le promesse del M5S sono esclusivamente fuffa! Altro che uscita dall'euro, le imprese sono schiantate dal credit crunch con la benedizione della finanza internazionale.
Chi ha creduto che quelle 5 stelle bastassero a conquistare città e paesini si è dovuto ricredere: se non ti chiami Grillo Giuseppe uno-vale-nessuno

E chi ha cercato in quel movimento una ragione di vita, una nuova appartenenza a qualcosa (fosse anche una setta), un modo facile ed elementare di guardare al mondo si sta risvegliando come da un incubo virtuale alla Matrix.
Lo sfaldamento del moVimento è la dimostrazione che qualunque aggregazione sociale non può reggere senza una strutturazione ideologica, un refrain di riferimento. Le epurazioni e la mancanza di democrazia interna hanno riverberato proprio su coloro che maggiornmente ne cercavano negli altri partiti. La scoperta, disarmante per alcuni, che la militanza non si pratica a suon di "Mi Piace" sui social network ma attraverso una alacre opera diinvestimento del proprio sé nella costruzione di un Noi collettivo e plurale.

Per tutto ciò continuo a tifare rivolta nel moVimento e mi auguro che i suoi militanti si approprino del loro strumento di lotta e lo rendano efficace.



5 giugno 2013

LEGGE D’INIZIATIVA POPOLARE "Acqua Pubblica" - Il contributo dei sersalesi.

Dal blog Sersale2012:

Mercoledì scorso abbiamo tenuto un'assemblea pubblica partecipatissimaper presentare la proposta di legge regionale d'iniziativa popolare "Acqua Bene Comune Calabria" insieme al Coordinamento Calabrese Acqua Pubblica "Bruno Arcuri".
Gennaro Montuoro ha spiegato i contenuti di massima della proposta di legge che punta alla ripubblicizzazione del servizio idrico integrato, esponendo i punti fondanti di un testo approvato da eminenti giuristi come Stefano Rodotà e Alberto Lucarelli, estensori dei quesiti referendari sull'acqua pubblica del 2011.
Parte proprio dai referendum questa iniziativa: la schiacciante vittoria di popolo aveva ribadito la natura di beni comuni (beni che non appartengono a nessuno, che in quanto universali e inalienabili appartengono alla comunità) dei servizi pubblici locali. Quella vittoria aveva abrogato l'insieme di norme che imponevano la privatizzazione di quei servizi, offrendo la possibilità per gli enti locali di procedere ad una gestione pubblica rigettando la logica del profitto perpetrate da multinazionali a scapito degli interessi dei cittadini.
Ebbene da quella vittoria - perseguita nel silenzio dei media e nell'ostracismo di certa politica, attraverso comitati popolari, assemblee e impegno civico - è scaturita la spinta legislativa popolare che tende a espellere definitivamente i profitti dall'acqua in Calabria.
Come tutti sanno la legge regionale ha dato a So.Ri.Cal - una spa partecipata dal colosso multinazionale Veolia - il diritto esclusivo di vendere acqua all'ingrosso ai comuni, i quali rimangono proprietari delle reti ma devono versare le tariffe ad un privato.
Secondo questo sistema So.Ri.Cal ha tutto l'interesse ad estrarre profitti dalla "vendita" dell'acqua e nessun interesse a razionalizzare il consumo della propria merce. Per contro i comuni, schiacciati dalla logica del mercato, non possono altro che raccogliere le tariffe e versarle al privato senza aver la minima possibilità di intervenire con le proprie esigue risorse per riparare, migliorare e realizzare reti efficenti e intelligenti.
Abbiamo cercato di spiegare ciò con l'esempio del comune di Sersale: So.Ri.Cal eroga alla rete comunale (leggi comune) circa 700.000 m3 di acqua all'anno, il comune però incassa tariffe per 400.000 m3, questo significa che il 40% dell'acqua erogata va perduto nella rete, ridotta ormai ad un colabrodo. Tuttavia il comune deve comunque pagare ad un privato tutto il volume "acquistato" da So.Ri.Cal, perciò si rifà sulle bollette dei cittadini, i quali pagano doppiamente: l'acqua consumata e l'acqua sprecata.
Per di più, recentemente a causa del dissesto finanziario del bilancio comunale, l'Amministrazione Torchia ha innalzato le tariffe idriche del 31% per coprire l'80% del servizio prestato. Questo si traduce in circa 300.000 € di cui solo 5.000 saranno destinati ad interventi manutentivi sulla rete per ridurre perdite e sprechi.
Infatti al Comune compete la riparazione delle reti, mentre a So.Ri.Cal spettano solo i profitti. E tutti sappiamo che So.Ri.Cal è responsabile dell'erogazione di acqua inquinata nel vibonese (lo scandalo dell'Alaco), della mancata depurazione delle acque (mare sporco) e del contingentamento dell'acqua ai comuni morosi (in violazione dei diritti umani, che prevedono almeno 50 lt di acqua al giorno per ogni cittadino).
La proposta di legge capovolge invece questa logica. Attraverso la creazione di ABC Calabria, una società interamente pubblica, si ritorna ad una gestione pubblica dell'oro blu. La nuova compagnia dovrebbe assorbire il personale - e non il carrozzone - di So.Ri.Cal, e avrebbe come logica solo il pareggio di bilancio, mentre i profitti dovrebbero essere reinvestiti nel miglioramento delle reti o nella riduzione delle tariffe.
Inoltre la proposta prevede la ridefinizione degli ambiti territoriali ottimali secondo la natura dei bacini idrogeologici. A questi Ambiti prenderebbero parte non solo rappresentanti degli enti locali - che possono richiedere interventi di riqualificazione nell'interesse dei loro cittadini - ma anche rappresentanti dei lavoratori del settore e i comitati che in questi anni hanno difeso l'acqua, il mare, il diritto alla salute.

L'ingresso dei comitati e delle associazioni, oltre a essere pensato come strumento di controllo sulla compagnia pubblica, serve a garantire la partecipazione dei cittadini - destinatari di un servizio efficente e oculato - all'individuazione degli obiettivi strategici d'azienda e alla definizione delle politiche tariffarie. Il tutto per sottrarre alla cattiva gestione - sia la rapacità privata che il clientelismo politico - il diritto all'acqua.
Durante la campagna referendaria - alla quale abbiamo partecipato con manifestazioni e iniziative e con un sonoro 67% di SI al referendum a Sersale - più volte abbiamo detto che "si scrive acqua ma si legge democrazia". E anche in questa iniziativa siamo convinti che il profitto non può negare un diritto fondamentale, non può perpetrare lo spreco di un bene prezioso. Al contrario, i movimenti per l'acqua hanno riproposto con grande forza il tema dei beni comuni come unica vera alternativa al capitalismo selvaggio e alla politica al servizio dei potenti.
Noi vogliamo un servizio idrico responsabile, razionale, oculato e pubblico!
E lo abbiamo sottoscritto nella raccolta firme per questa proposta di legge popolare: a Sersale abbiamo organizzato una serie di raccolte firme nel mese di aprile e, grazie al preziosissimo contributo della neaonata Associazione Arcobaleno, abbiamo raccolto oltre 200 firme!
Questo a dimostrazione di come solo l'impegno diretto dei cittadini può offrire risultati concreti nell'interesse dell'intera comunità. Ringraziamo nuovamente tutti i partecipanti all'assemblea e le volontarie dell'Associazione per il preziosissimo contributo.
La vostra firma non è una goccia nel mare!

26 maggio 2013

Chioschi su ruote, la nuova soluzione al turismo di massa che "affligge" Sellia Marina

Ruote obbligatorie. Zone specifiche assegnate con tanto di cerchi sulla mappa. Colori compatibili con il contesto ambientale (se piazzati vicino alla pineta preferibile il verde militare si suppone). Bagno chimico e tenda parasole in dotazione. Niente sedute e servizio ai tavoli (severamente vietati), solo cibo da asporto fiori e souvenir. Tempo massimo per una licenza 90 giorni.
L'idea  non si sa a chi sia venuta, la paternità è un mistero; sulla relazione nessuna firma. L'unica cosa che sappiamo è che sembra tanto uno spunto "arrepezzato" tratto dal programma televisivo fast and food. Poche le differenze col programma andato in onda su Dmax, anche se negli States gli imprenditori-concorrenti hanno potuto scegliere liberamente la zona in cui piazzarsi, di che colore verniciare il proprio furgoncino,e travestirsi da uomo banana!!!


14 maggio 2013

Chi sono veramente i "Testimoni di Geova"?


Di solito in due, talvolta anche con ragazzi, vestiti a modo, con una borsa di libri e riviste, vi fermano per la strada, suonano alla vostra porta, garbati e insinuanti come commessi viaggiatori.Il discorso, più o meno, è questo: "Volete conoscere meglio la Bibbia? Volete scoprire il vero nome di Dio? Cosa dite di questo mondo pieno di violenze e di immoralità? Non avete paura per voi e per i vostri figli? Per fortuna questo malvagio sistema di cose sta per finire: la fine del mondo è imminente. Lo assicura la Bibbia, che è parola di Dio. Dio (Geova) indica la strada della salvezza: lasciate la Chiesa cattolica, perché quello che i preti vi insegnano è falso, e fatevi TdG; soltanto così potrete conoscere la verità e salvarvi...".Se continuate ad ascoltarli, se continuate a riceverli in casa, con una tecnica raffinatissima di persuasione distruggeranno poco per volta le vostre difese contro l'errore e vi conquisteranno alla loro setta, o per lo meno vi lasceranno disorientati e diffidenti verso ogni fede, e in particolare verso la religione cattolica. Perciò la difesa prima e più sicura è quella di rifiutare, cortesemente ma con fermezza, ogni discussione, ogni offerta di libri o riviste, ogni invito a partecipare alle loro riunioni. Del resto, anche chi fosse preparato a dimostrare che la loro dottrina è piena di errori, come spiegheremo in queste pagine, non li smuoverebbe di un dito dalla loro convinzione di essere gli unici a possedere la verità.


Perché "Testimoni di Geova"
Questa denominazione l'hanno presa solo nel 1931, e vorrebbe dire "testimoni di Dio". Perché secondo loro Dio si chiama Geova, per distinguersi dai falsi dèi. Essi danno a tale nome un'importanza straordinaria, e ne fanno un punto essenziale della loro propaganda. Dicono che soltanto chi conosce e invoca tale nome può essere gradito a Dio e salvarsi! Ma - rispondiamo - se Dio è uno solo, come può aver bisogno di un nome proprio per distinguersi da altre divinità? Inoltre "Geova" è una lettura sbagliata delle quattro lettere con cui l'originale ebraico della Bibbia scrive l'impronunciabile nome di Dio: YHWH. Gli studiosi da tempo hanno dimostrato che la lettura giusta di tali consonanti è YaHWeH (Iahvè); solo i TdG si ostinano a leggere YeHoWaH (Geova), perfino quando la Bibbia usa un altro termine (Signore, Altissimo. Onnipotente, ecc.). A Mosè che sul monte Sinai chiese il suo nome, Dio rispose di chiamarsi "Io sono" (Esodo 3,14): una risposta misteriosa per significare che non importa tanto il nome quanto il rispetto per l'infinita maestà di Dio. Nel Nuovo Testamento, poi, il termine Iahvè non si trova mai (e quindi neanche Geova), ma i TdG hanno abusivamente introdotto il nome "Geova" 237 volte! Geova è definito "fonte centrale di energia dinamica", avrebbe un corpo "spirituale" e non sarebbe presente ovunque, ma solo in cielo. Una concezione primitiva e molto lontana dal vero Dio rivelato da Gesù Cristo.


Storia dei TdG
L'origine di questa setta risale a poco più di un secolo fa.È stata fondata da un ricco commerciante americano, Charles Taze RusseIl, nato a Pittsburgh (Pennsylvania) nel 1852. Costui nel 1870 ebbe una forte crisi religiosa. Allora si diede allo studio della Bibbia con un gruppo di amici. Non aveva alcuna preparazione scientifica, non conosceva né il greco ne l'ebraico in cui sono scritti i testi originali della Bibbia e neanche il latino; in compenso era dotato di molta fantasia. Dapprima aderì alle idee degli Avventisti, i quali affermavano imminente la seconda venuta di Gesù Cristo sulla terra; e soprattutto assorbì la loro avversione contro la Chiesa cattolica e il Papa. Poi sviluppò tali idee per conto suo, interpretando la Bibbia in modo del tutto personale e arbitrario, e ritenendosi un "profeta". I suoi amici affermarono che Geova aveva suscitato Russell per rivelare al mondo il vero significato della Sacra Scrittura, che fino allora nessuno, proprio nessuno, era riuscito a penetrare. Essi costituirono il primo nucleo della setta con il nome di "Studenti biblici" o "Russelliti" ( 1878). Russell scrisse sei volumi di Studi sulle Scritture, ed ebbe il coraggio di affermare che chi li avesse studiati, anche "senza leggere una pagina della Bibbia", in due anni sarebbe arrivato alla verità... Eppure oggi gli stessi TdG non permettono più di consultare tali studi, evidentemente per non esporre al ridicolo il loro fondatore! Russell volle anche fare il profeta. Affermò che Gesù Cristo era già tornato sulla terra "in incognito" nell'ottobre del 1874; che nella primavera del 1878 erano risorti gli Apostoli; che nel 1914 Gesù Cristo sarebbe di nuovo venuto in terra per giudicare tutti gli uomini, sterminare i reprobi (in particolare la Chiesa cattolica), e iniziare un regno millenario di pace e di felicità per i fedeli seguaci di Geova. Ma, come sappiamo, il 1914 segnò invece l'inizio della prima guerra mondiale. Russell allora affermò che Geova aveva spostato il grande evento al 1918. Ma egli morì nel 1916, prima di poter constatare il nuovo fallimento della sua profezia. Divorziato, coinvolto in truffe di natura finanziaria e in processi poco onorevoli, fu un individuo di nessuna credibilità morale e religiosa, oggi ignorato dagli stessi TdG. Alla sua morte i suoi seguaci si divisero in vari gruppi.A capo di quelli rimasti fedeli si pose un avvocato del Missouri, Joseph Franklin Rutherford (1869-1942), che trasformò profondamente la setta, e le diede un'organizzazione fortemente autoritaria. Inizia l'abolizione di tutto ciò che Rutherford considera come retaggio del vecchio culto pagano babilonese: in quest'anno la proibizione di mangiare sangue (solo come cibo, la trasfusione è permessa), dal 1928 di celebrare Natale e compleanni e feste varie, nel 1936 la croce viene pure rigettata quale simbolo pagano e si afferma che Gesù sia morto su un palo. Stabilì la sede centrale a Brooklyn (New York), e nel 1931 indisse un congresso internazionale nel quale impose ai suoi seguaci di chiamarsi TdG. Rutherford sfruttò a fondo la potenza della stampa, diffondendo in tutto il mondo libri, opuscoli e riviste in centinaia di milioni di copie. Fondò moltissimi "centri missionari" (anche in Italia, con sede centrale a Roma), e impegnò i suoi seguaci a dedicare tutto il tempo disponibile per conquistare altri aderenti. Affermò che il primo TdG era stato Abele, e non mancò di fare profezie, regolarmente smentite dai fatti. Disse che nel 1925 sarebbero tornati in terra Abramo, Isacco, Giacobbe, e alcuni profeti; per accoglierli fece costruire una splendida villa, che poi tenne per se. Aggiunse che milioni di persone viventi in quell'anno non sarebbero più morte, e avrebbero visto l'inizio del regno di Geova. Ma anch'egli morì, nel 1942, e gli successe Nathan Homer Knorr (1905-1977). Nel 1968 “La Torre di Guardia” del 15 Marzo dichiara l'illiceità dei trapianti di organi. Il Testimone che si sottoponesse ad un trapianto incorrerebbe in una forma di cannibalismo e nella diretta violazione della legge di Dio. Knorr che annunciò come sicura la fine del mondo nel 1975 e all'incremento numerico dei Testimoni, incentivato dalla febbrile attesa, segue un conseguente calo, frutto dell'inevitabile delusione (molti di essi avevano fatto sacrifici e rinunce importanti, compromettendo il proprio lavoro e la propria salute). I Suoi successori, pur continuando ad affermare che la fine del mondo è vicina, non arrischiano più date precise. La maggior parte dei TdG ignora l'origine e le vicende storiche della setta, in verità tutt'altro che gloriose. L'8 giugno del 1977 Knorr muore e Frederick Franz viene eletto Presidente. Viene istituita la Scuola del Servizio di Pioniere, che provvede addestramento specializzato a decine di migliaia di evangelizzatori impegnati a tempo pieno in tale opera. Nel 1980 La Torre di Guardia del 1 Settembre afferma che il sottoporsi ad un trapianto di organi è una questione di coscienza e che il Testimone che vi si sottoponesse non incorrerebbe in misure disciplinari (purché eviti le trasfusioni di sangue). La mattina del 22 dicembre 1992 F. Franz muore e il 30 dicembre 1992 il fratello Milton G. Henschel è stato eletto quinto presidente della Società. La Torre di Guardia del 15 Febbraio 1994 spiega che i fenomeni cosmici descritti nel capitolo 24 di Matteo, non corrispondono più ad eventi già accaduti dal 1914 in poi (come creduto finora), ma ad eventi futuri che seguiranno la "grande tribolazione" mondiale che i Testimoni ancora attendono. Quindi, mentre in precedenza la Società Torre di Guardia indicava tali eventi (che per essa coincidevano con cataclismi vari e con la conquista umana dello spazio) come segni sicuri dell'imminente "fine", adesso tali eventi vengono improvvisamente svuotati del loro significato profetico. La Torre di Guardia del 15 Ottobre 1995 spiega che la predicazione compiuta finora dai Testimoni in tutto il mondo dal 1914 in poi, non coincide più (come creduto fino ad allora) con la separazione delle pecore dai capri descritta in Matteo Capitolo 25. Tale separazione è ancora futura e la compirà Cristo stesso. Solo 15 giorni dopo, La Torre di Guardia informa i Testimoni che la "generazione" che vedrà la "fine", non va più calcolata dal 1914 come se si trattasse di un limite massimo di anni su cui la Scrittura ci vuole informare, ma è solo un termine generico che indica coloro che vivono durante un periodo di tempo la cui durata non è più possibile determinare. Chi conosce la storia e le pubblicazioni dei Testimoni di Geova sa quanto rivoluzionarie siano queste nuove vedute, d'altronde il 1914 si allontana sempre più senza che la "fine" si sia verificata ed una reinterpretazione di precedenti convinzioni diventa necessaria.


Organizzazione e propaganda
L'organizzazione mondiale dei TdG è molto solida. La dirige da un grattacielo di Brooklyn, New York, un presidente a vita con un certo numero di membri che costituiscono il Corpo Direttivo ( = CD). Essi sono la massima e assoluta autorità dottrinale e organizzativa, unica responsabile dell'insegnamento, che viene trasmesso soprattutto con la stampa. La "Congregazione cristiana" dei TdG è suddivisa in tante congregazioni territoriali, che dispongono di una "Sala del Regno", ove tengono cicli settimanali di studio e di formazione dei seguaci. Ogni anno organizzano congressi in qualche grande città, in un clima di esaltazione e di grande risonanza. Dispongono di ingenti mezzi finanziari per stipendiare i "pionieri-missionari" e diffondere le loro pubblicazioni in tutto il mondo, soprattutto la loro traduzione della Bibbia e i periodici "La Torre di Guardia" e "Svegliatevi!". Dispongono inoltre di una fitta rete radio e televisiva. Ogni pubblicazione è sotto strettissima sorveglianza: viene preparata in inglese e tradotta in altre lingue soltanto nella sede di Brooklyn. Nessun'altra persona, nessun gruppo locale può preparare libri o commenti, ne fare correzioni o aggiunte, e tanto meno discutere quanto viene da Brooklyn. Il CD ne esige l'accettazione assoluta, e proibisce ogni forma di critica. Svolgono un proselitismo capillare, organizzato nei minimi particolari. Ogni quartiere di città, ogni via di paese vengono affidati ai "proclamatori", che si impegnano a passare ripetutamente presso tutte le famiglie, tenendo nota precisa del risultato di ogni visita. I dirigenti centrali stabiliscono la percentuale di cui deve crescere il gruppo. L'ispettore del distretto, in visita ogni sei mesi, può destituire i responsabili che non fanno proseliti. Ogni TdG è obbligato a dedicare tutto il tempo disponibile allo smercio delle pubblicazioni e alla propaganda della dottrina geovista, pena la sua distruzione alla prossima fine del mondo. Questo spiega il loro incredibile fanatismo, per cui trascurano perfino i più elementari doveri di famiglia, creando spesso situazioni insostenibili.



La dottrina dei TdG
Non è certo facile presentarla, perché è dispersa in molte pubblicazioni ed è tutt'altro che organica e definita; è in continua evoluzione. Alcune affermazioni, dimostratesi insostenibili, sono state radicalmente cambiate, ma giustificate citando la Bibbia... Nel suo insieme il geovismo risulta un miscuglio di affermazioni strane, contraddittorie, in aperto contrasto con la Sacra Scrittura. In particolare, i TdG sono ossessionati da Satana, che secondo loro domina il mondo mediante l'empia trinità costituita dalla politica, dal commercio e dalle religioni, specialmente quella cattolica: ma presto Geova distruggerà questo malvagio sistema di cose", cioè gli Stati, i governi, le religioni e tutti gli uomini che non siano stati fedeli TdG.

La Bibbia
I TdG affermano che la loro dottrina è fondata esclusivamente sulla Bibbia. Quindi rifiutano per principio tutta la Tradizione vivente della Chiesa: l'insegnamento dei Padri, i grandi Concili che hanno precisato il contenuto della fede contro errori ed eresie, la liturgia, gli studi fatti dai teologi lungo i secoli. E giustificano tale rifiuto inventando che nell'anno 100 i cristiani sarebbero caduti in una grande apostasia, consolidata poi dall'imperatore Costantino, che avrebbe fondato la Chiesa cattolica! Ma poi, qual è la loro Bibbia? Quella originale, scritta in ebraico e in greco? O una sua traduzione fatta da studiosi specializzati? No, la Bibbia che vi offrono in italiano è una traduzione dall'inglese! È intitolata Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture. Dalla versione inglese del 1961 e con fedele consultazione degli antichi testi ebraico e greco (Brooklyn 1967). Dunque, sotto un titolo inspiegabile, la traduzione di una traduzione.. Dal 1986 dispongono di una nuova traduzione, fatta da TdGi cui nomi non sono resi noti, per cui resta impossibile verificarne la competenza. Differisce dalla precedente per un numero ancora maggiore di passi manipolati, il che dimostra che i TdG, ubbidendo ciecamente al loro CD, non cercano la verità rivelata da Dio, ma unicamente la conferma delle loro dottrine. Di fatto, essi rifiutano qualunque confronto con gli studi di biblisti veramente preparati, sia cattolici che protestanti; li definiscono "falsa letteratura religiosa, scritta per ingannare", che "sarebbe temerario" esaminare ("Torre di Guardia", 15.8.1984). Sostengono ancora il principio, ormai rifiutato da tutti gli studiosi, che essa vada interpretata integralmente alla lettera, senza tener conto che spesso la Bibbia usa un linguaggio simbolico, ed è un grosso sbaglio voler attingere da essa informazioni storiche o scientifiche precise. E poi, contraddicendosi, ricorrono all'interpretazione simbolica quando quella letterale non quadra con le loro teorie. Ancora. Tutte le scoperte scientifiche in contrasto con la loro interpretazione letterale (per esempio sull'età della terra, sull'origine della vita e dell'uomo) sono respinte come sataniche e blasfeme! In realtà, i TdG sono indottrinati soprattutto dal periodico "La Torre di Guardia", fonte di verità che è assolutamente proibito mettere in dubbio. Una verità ben mutevole, se già Rutherford contraddiceva le interpretazioni di Russel, e Knorr quelle di Rutherford. Un fatto è certo: i TdG conoscono la Bibbia assai poco e assai male. Possono impressionare per la prontezza e la sicurezza con cui ne citano molti passi, ma sono passi staccati dal contesto, ai quali danno il senso imposto dal CD di Brooklyn. Riflettiamo: chi ha dato a Russell e ai suoi successori l'autorità di interpretare autenticamente la Bibbia? Dove sta scritto che Gesù Cristo ha dato a Russell e al CD (Corpo Direttivo) le chiavi del Regno del Cielo? Con quale autorità, con quale garanzia di verità possono pretendere di insegnare la fede cristiana a tutto il mondo?


Le eresie del TdG
Gli errori più gravi contro la fede cristiana sostenuti dai TdG sono i seguenti: 1. Negano la divinità di Gesù Cristo. Lo definiscono un uomo perfetto, creato da Geova prima di tutte le cose, poi trasferito nel grembo di Maria... Un angelo, anzi l'arcangelo Michele... ma di sicuro non la seconda persona della Trinità. Russell ha scritto: "Gesù è un dio, ma non Geova Iddio". E Rutherford: "Alcuni affermano che Gesù Cristo sulla terra era vero Dio e vero uomo. Questa teoria è errata". 2. Nega, la divinità dello Spirito Santo, che sarebbe tanto "la forza attiva di Dio". 3. Per logica conseguenza, negano la Trinità di Dio. Secondo loro, sarebbe un residuo di paganesimo.


Negano la sopravvivenza dell'anima dopo la morte
Negare la divinità di Gesù Cristo significa distruggere radicalmente il cristianesimo, significa cancellare il vero senso della incarnazione di Cristo, della sua passione e morte, e della sua risurrezione. Se Gesù Cristo non è Dio, la nostra fede in lui non ha senso. I suoi insegnamenti non sono "Parola di Dio", ma semplice parola di uomo, per quanto ammirevole. E l'umanità non è affatto redenta. In conclusione, come dice San Paolo, noi cristiani saremmo "i più infelici di tutti gli Uomini" (1 Corinzi 15.19). Ma come fanno i TdG a negare la divinità di Cristo, così chiaramente documentata dalla Sacra Scrittura? Con il solito sistema: alterano i testi, cambiano la punteggiatura, sostituiscono certe parole, i tempi dei verbi, ecc. Per es., mentre il Vangelo di Giovanni dice: Il Verbo era Dio" (1,1), essi traducono: "La Parola era un dio". Inoltre rifiutano di distinguere ciò che nei Vangeli si riferisce a Gesù in quanto uomo da ciò che si riferisce a lui in quanto Dio. Così sostengono che Gesù non è Dio perché disse che alcune cose non erano conosciute né da lui, né dagli angeli, ma solo da Dio (Marco 13,32); perché nel Getsemani invocò il Padre che lo aiutasse (Luca 22,41); perché disse che il Padre era maggiore di lui (Giovanni 14,28); e morendo in croce si sentì abbandonato da Dio (Matteo 27,46). Poi morì, e Dio non può morire... Ma è chiaro che tutte queste espressioni (e altre) si riferiscono a Gesù in quanto uomo. È la natura umana di Gesù che è soggetta al dolore, all'incertezza, alla morte. È Gesù uomo che è inferiore a Dio, è sottomesso a lui.


Che cosa succede dopo la morte
I TdG affermano che con la morte finisce tutto: con il corpo muore anche l'anima, come succede alle bestie. Quindi è inutile ricordare i defunti o pregare per loro. Geova risuscita soltanto, in epoche diverse, alcuni privilegiati (sarebbero già risorti i grandi personaggi dell'Antico Testamento, gli Apostoli e i TdG più bravi) La fine del mondo è imminente, anzi, è già cominciata nel 1914, secondo la solenne profezia di Russell. Ne sono segno le guerre, le continue calamità e i delitti di ogni genere che imperversano. Presto avverrà una grande battaglia (detta di Armagheddon) nella quale Geova distruggerà "l'impero mondiale della religione babilonica" e "l'empia trinità di Satana", cioè il potere politico, commerciale e religioso (a cominciare dalla religione cristiana). Da quella strage immensa scamperanno solo i TdG, e gli uomini giudicati "meritevoli" saranno di nuovo creati. Allora avrà inizio il "regno millenario" di felicità sulla terra, governato dal Cielo da Gesù Cristo e da 144.000 eletti. Ma non sarà ancora la perfezione: passati i mille anni Geova annienterà gli ostinati che avranno ancora osato resistergli, e finalmente la "grande folla" dei TdG godrà la felicità perfetta ed eterna su questa terra diventata un paradiso. Però i veri "eletti", gli unici che avranno il privilegio di entrare nel regno celeste di Geova, saranno solo 144.000. Chi? In base alla loro interpretazione di un passo dell'Apocalisse (7,4) si tratterebbe di soli maschi adulti (escluse quindi tutte le donne) che hanno vissuto alla perfezione la dottrina dei TdG. Oggi questo numero è quasi completo: resterebbero disponibili meno di 10.000 posti, in parte già prenotati dai dirigenti di Brooklyn. Che dire di questa stravagante dottrina? Che è totalmente contraria alla rivelazione divina, si basa sulla falsificazione sistematica e sull'interpretazione del tutto arbitraria della Sacra Scrittura, e nega tre verità fondamentali della fede: l'immortalità dell'anima, la risurrezione universale, la possibilità di salvezza, e quindi di felicità eterna, offerta a tutti gli uomini e non solo a un gruppo di privilegiati. Queste verità sono continuamente ricordate da Gesù nel Vangelo. Basta leggere la parabola della zizzania (Matteo l3,4l-5O); del ricco epulone (Luca l6,19-3l); delle ragazze stolte (Matteo 25.1-13); del servo indolente (Luca 19,1 l-28); e soprattutto quella del giudizio finale (Matteo 25,31-46): in esse Gesù ci assicura che l'anima non muore con il corpo, che questa vita continua subito nell'altra, e che esiste anche la possibilità di separazione eterna dall'amore di Dio per coloro che lo hanno rifiutato fino alla fine. Quanto ai 144.000 eletti di cui sopra, è noto che nell'Apocalisse rappresentano le 12 tribù dell'antico Israele, come simbolo della totalità del popolo di Dio. E le parole che seguono: "Dopo di ciò apparve una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, razza, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all'Agnello, avvolti in vesti candide, e portavano palme nelle mani" (7,9) non si riferiscono alla "grande folla" dei TdG, ma alla moltitudine innumerevole, universale, di tutti gli uomini redenti da Gesù Cristo Dio e salvati mediante la fede in lui. Quanto è diverso il vero Dio rivelato da Gesù Cristo come Padre di bontà e di misericordia, dal Geova classista e spietato dei suoi testimoni!



Maria, la madre di Gesù?
Negando la divinità di Gesù Cristo, logicamente i TdG negano che Maria si possa dire "madre di Dio". Aggiungono che se fu vergine nell'incarnazione di Gesù, non lo fu più in seguito, perché avrebbe avuto altri figli, "fratellastri e sorellastre di Gesù". E con la perpetua verginità negano pure la sua concezione immacolata e la sua assunzione. La devozione alla Madonna e ai Santi, il ricorso alla loro intercessione, la venerazione delle loro immagini sono atti severamente proibiti dai TdG. Non ci fermiamo a confutare queste eresie: è facile trovare libri che dimostrano la verità di Maria immacolata, vergine e madre di Dio, e le ragioni della nostra devozione verso di lei.


Chiesa, Papa, Sacramenti 
I TdG sono irriducibili avversari della Chiesa Cattolica.Rutherford l'ha definita "il principale nemico visibile di Dio, il più grande e peggior nemico pubblico". E Knorr. "la grande prostituta", "Babilonia la grande". E nella loro Bibbia traducono sempre il termine originale greco Ecclesia non con Chiesa, ma con Congregazione. "Io, mia moglie e i miei figli (seguono i nomi) chiediamo di essere cancellati dal registro dei battesimi della parrocchia, perché abbiamo deciso di aderire alla religione dei TdG". Più di un parroco ha ricevuto lettere di questo genere, scritte in obbedienza a un ordine perentorio dei capi: "Dobbiamo separarci nettamente da ogni organizzazione di Babilonia la Grande [ = la Chiesa cattolica]. Dobbiamo smettere di partecipare alle loro attività. Dobbiamo comunicare loro che ci ritiriamo dalla loro organizzazione". È facile rispondere che nessuno costringe i genitori a battezzare i tigli, e ognuno è libero di uscire dalla Chiesa cattolica quando crede. I TdG Praticano soltanto il battesimo degli adulti in piscina, ma non come segno esterno di una purificazione interiore, bensì come dimostrazione pubblica che la persona si è "dedicata a Geova per fare la sua volontà". Rifiutano l'Eucaristia, e quindi la Messa, perché, falsificando come al solito il Vangelo, sostengono che Gesù non abbia detto: "Questo è il mio corpo, questo è il mio sangue", ma: "Questo significa il mio corpo, questo significa il mio sangue". Di fatto, celebrano solo una volta l' anno la "commemorazione" dell'ultima cena e della morte di Gesù. Per i TdG tutte le feste cristiane, la devozione ai Santi, la preghiera per i defunti, il culto della Croce, sono idolatrie di origine pagana. Rifiutano il Papa, i vescovi e i sacerdoti, rifiutano ogni dialogo ecumenico, ma prestano cieca obbedienza ai dirigenti di Brooklyn.

Alcune questioni particolari
I TdG impongono un totale disimpegno da ogni attività politica e sociale, comprese le elezioni di qualunque genere, il servizio militare e anche quello civile. Secondo loro, come già abbiamo detto, religione, politica e commercio sono "l'empia trinità di Satana". Quanto allo Stato, siccome l'attuale "malvagio sistema di cose" sarà presto distrutto da Geova, che instaurerà un "nuovo mondo ideale", pieno di felicità, i TdG devono limitarsi a osservare le leggi che non siano in contrasto con la loro dottrina e i loro interessi. Ma nonostante lo Stato sia secondo loro "strumento del diavolo", nel 1987 hanno chiesto, e ottenuto, dallo Stato italiano, il riconoscimento della loro "Congregazione". "La fede senza le opere è morta", ci ricorda san Giacomo (2,26), e tra le opere c'è anche la collaborazione al progresso della vita civile e sociale. Qui per politica intendiamo non tanto la militanza in un partito, quanto l'impegno per sviluppare il bene comune: la libertà, la giustizia, la pace, il lavoro, il progresso. E Gesù ha detto: "Date a Cesare quello che è di Cesare" (Marco 12,13). Quanto al commercio, i TdG sono i primi a esercitarlo in forme assai lucrose di marca nettamente capitalista. Come si deduce dai loro stessi resoconti, la centrale di Brooklyn dispone di innumerevoli miliardi ricavati dalla vendita delle loro pubblicazioni, dai "contributi volontari" e dalle donazioni (che sono "sataniche" solo se a vantaggio della Chiesa cattolica). Infine, è noto e già riportato che i TdG rifiutano la trasfusione di sangue. È un ordine impartito da Knorr nel 1945. Perciò preferiscono morire e lasciar morire anche le persone più care piuttosto che salvarsi con essa. I giornali hanno più volte riferito a questo proposito fatti drammatici. Questa ostinazione è motivata ancora una volta dalla loro interpretazione letterale della Bibbia. L'Antico Testamento identificava il sangue con la vita, e lo riteneva sacro, proprietà di Dio. Perciò la legge ebraica vietava assolutamente di mangiare il sangue degli animali uccisi. Questo divieto fu mantenuto ancora all'inizio del cristianesimo (cf. Atti 15,19s) per riguardo ai cristiani provenienti dall'ebraismo. Ma, come spiega san Paolo (Efesini 2,15; 1 Corinzi 10,25ss), con la redenzione di Cristo tutte le prescrizioni giuridiche della legge antica sono cadute; e Gesù stesso ci invita, nella santa Comunione, a bere il suo sangue. E se fosse anche vero che nel sangue c'è la vita, non ha detto Gesù che non c'è amore più grande che dare la vita per i propri amici (Giovanni 15,13)?


Le ragioni di un successo
Si obietterà: se le cose stanno così, come si spiega lo zelo missionario deiTdG, come si spiegano i loro successi?Le cospicue risorse finanziarie con cui possono sostenere la stampa e la propaganda; il proselitismo metodico, insistente, astuto dei "pionieri" e "proclamatori" appositamente preparati; il clima di terrorismo ideologico che inibisce ogni studio serio e approfondito della Bibbia e minaccia guai e distruzione eterna a chi fosse tentato di lasciare la setta. Inoltre il loro messaggio esercita un certo fascino: elimina ogni mistero in questa vita e nell'altra, dispensa da ogni pratica religiosa, dà la certezza di diventare un "eletto" destinato alla felicità eterna nelle forme concrete di questa vita, e ciò a breve scadenza. In Italia poi il successo è dovuto spesso all'ignoranza religiosa e alla scarsissima conoscenza della Bibbia di tanti cristiani. Tuttavia, non esageriamo, e teniamo presente un fatto assai rilevante: sono moltissimi i TdG i quali, quando riprendono a ragionare con la propria testa, si rendono conto dell'errore in cui sono caduti e lasciano la setta. Dai loro stessi dati veniamo a sapere che tra il 1973 e il 1981 sono usciti o furono espulsi dalla setta 549.087 membri. Eppure, liberarsi non è facile. Se un TdG vacilla, entra in funzione un "Tribunale interno" che lo pone sotto processo ed emette sentenze. Questo "Comitato giudiziario" costituisce un vero terrore per ogni membro della Congregazione. Colpe gravi: partecipare a feste religiose come Natale, Pasqua, Capodanno; possedere il Crocifisso, immagini sacre, ecc. E se ilTdG è così risoluto e coraggioso da lasciare la setta, incorrerà in dure sanzioni: "I membri della Congregazione non gli stenderanno la mano e non gli diranno nemmeno " Ciao, o arrivederci" ... Se il dissociato tenta di parlare ad altri nella Congregazione, essi dovranno allontanarsi da lui" ("Torre di Guardia", 15.12.1963).



TESTIMONIANZE

Due ex ministri del TdG
Walter Palmieri e Achille Aveta hanno partecipato fin da ragazzi alle attività propagandistiche dei TdG in Campania. Hanno conseguito gradualmente posti di responsabilità e hanno conosciuto a fondo tutti gli aspetti dottrinali e organizzativi della setta. Ma nello stesso tempo è cresciuta in loro una delusione profonda, che li ha portati al crollo della fiducia in tutta l'organizzazione e ha determinato la loro uscita dalla setta. Hanno scritto un libro: Testimoni di Geova: essere o non essere? Un'analisi del movimento religioso compiuta da due ex ministri dei testimoni di Geova (Ed. Dehoniane, Bologna 1981. pp. 198). Un'analisi chiara e obiettiva che prescinde da ogni pregiudiziale religiosa. Erano vissuti nella convinzione d'aver trovato fra i TdG la migliore esperienza religiosa, la più corretta interpretazione della Bibbia, uno schietto cristianesimo a cui aderire con entusiasmo.

Dubbi e libertà di parola
"Finché non ci siamo posti il problema, anche noi eravamo degli addottrinati, inquadrati come tanti altri, e vedevamo ogni cosa attraverso i filtri imposti dall'organizzazione.Per giunta, le varie fasi del ministero svolto dai TdG ci impegnavano talmente da non lasciarci quasi la possibilità di meditare criticamente! Quando per vari fattori sono sorti i primi dubbi, ci siamo accorti con grande rammarico, per la prima volta, che non era possibile parlarne con altri TdG: infatti una triste realtà dell'organizzazione dei TdG è l'assoluta mancanza di dialogo; o meglio, dialogo c'è, ma è a senso unico, cioè nel senso voluto dall'organizzazione. Tra i TdG non esiste libertà di parola, non si possono esprimere idee diverse da quelle imposte dall'alto dal Corpo Direttivo. Abbiamo notato con sorpresa che anche quei pochi Fratelli con i quali era possibile dialogare sinceramente avevano le nostre stesse perplessità: da qui è nata la decisione di fare un esame, indipendentemente dalle direttive imposte dal Corpo Direttivo, di questa organizzazione alla quale avevamo dedicato tutte le nostre energie. Ci siamo accorti che le loro dottrine non reggono alla prova, diventano ambigue, oscure, mentre quando le esaminammo per la prima volta con un TdG, sia per la nostra impreparazione in campo biblico, sia per la notevole sicurezza e convinzione manifestate dal nostro insegnante, fummo entusiasti, e ci sembrò chiaro quello che tanto chiaro non è..." (pp. 12-14).Tra i moltissimi TdG che hanno lasciato la setta, parecchi hanno scritto la loro esperienza, esponendo le ragioni del loro ritorno alla Chiesa cattolica. Ecco qualche esempio.

Non vengono da Dio
"Nel corso della nostra analisi - concludono i due autori - si è sempre più consolidata la convinzione che la struttura organizzativa dei TdG non si prefigge sempre mete cristiane, si propone spesso di divulgare idee di uomini che non hanno ricevuto alcuna diretta investitura da Dio, di persone che si ricoprono di sacralità per acquistare prestigio. Abbiamo riscontrato come il Corpo Direttivo sia abile nel modificare le sue vedute riuscendo a presentare opinioni antitetiche senza che quasi nessuno noti i cambiamenti per i quali esso è passato... Il problema del sangue rivela macroscopicamente la superficialità mostrata dal Corpo Direttivo nell'affrontare problemi in cui è implicata la vita umana, sacra agli occhi di Dio..." (p. 187).

Gunther Pape
Tedesco, cresciuto in una famiglia di TdG. Con l'età e con lo studio si è reso conto degli errori, delle contraddizioni e degli inganni dei TdG, ed è approdato alla Chiesa Cattolica. Ha narrato la sua lunga esperienza in un libro: “Io ero Testimone di Geova” (Queriniana, Brescia 1974, pp. 142). Ecco qualche passo.

Far conoscere la verità
"Io sono stato testimone di Geova; allevato fin da bambino in questa fede, l'ho diffusa come missionario e ho ricoperto nella relativa organizzazione diversi uffici.Oggi scrivo contro - o meglio - su i TdG. Perché? Con la grazia di Dio, ho potuto accorgermi dell'errore nel quale ero stato educato e cui servivo... Intendo esporre obiettivamente e senza polemiche le mie esperienze, per mostrare come i TdG servono un'organizzazione tentacolare al bando da ogni di buon senso religioso e civile.Errori e contraddizioni "Mi sconcertava il modo di agire dei dirigenti centrali, la pretesa che certe "verità", mutevoli, e quindi in se contraddittorie, venissero da Dio. Scoprì calcoli sbagliati, interpretazioni bibliche arbitrarie, dottrine inattuali e completamente abbandonate. E io dovevo credere che era Geova stesso a rivelare il contenuto della Bibbia? Accertavo contraddizioni nella dottrina e nella spiegazione della Sacra Scrittura, e una disinvolta disponibilità a modificare la dottrina stessa, per adattarla alle esigenze di tempi e mentalità... I pretesi ispirati, che scrivevano nella Torre di Guardia, si sbagliavano, si sbagliavano di continuo. Vecchie dottrine della Torre di Guardia, che ora vengono respinte come errori, una volta erano spacciate per verità. Ma la verità divina non può diventare errore. E allora, che razza di verità erano quelle di prima? E come si può ciarlare di un progressivo chiarificarsi della luce divina, così, per rimediare? ... Mi diedi quindi a confrontare gli insegnamenti del primo presidente, Russell, con quelli del secondo, Rutherford, e quelli del presidente in carica, Knorr, e dei suoi collaboratori. Ebbene, si contraddicevano, si sconfessavano a vicenda, rivendicando ciascuno la propria ispirazione. Davvero, non sembrava esistesse traccia di guida soprannaturale, divina, nella società della Torre di Guardia. Ma Rutherford non aveva dichiarato che le sue dottrine erano "Insegnamenti che dava il Signore, per annunciare al popolo che...". E con quale diritto, allora, Knorr le aveva respinte? Come si possono rigettare "verità che ha dato il Signore" . Oppure, diciamo, il Signore non aveva dato niente. Più probabile. C'era qualcosa che non funzionava, comunque, nei princìpi basilari" (pp. 36-37).

La tattica della conquista
Anzitutto non è onesta la tattica della conquista: "L'unico nostro impegno - si insegna ai TdG - è quello di minare, astuti come serpenti, la fede degli altri, rimpiazzandola con la nostra... Quello che conta è risvegliare interesse per il nostro messaggio. Ma sulle prime dobbiamo dissimulare il movente autentico delle nostre visite, che è quello di far proseliti... Mentre parliamo con la gente, dobbiamo dimostrare interesse per loro, dando a vedere che cerchiamo di conoscere le loro opinioni e manifestando rispetto per i loro argomenti e punti di vista. Nella misura in cui noi cercheremo di compenetrarci dei loro dubbi e problemi, essi penseranno che siamo realmente intenzionati ad aiutarli, e accetteranno le nostre soluzioni. Se li sorprendiamo in qualche loro espressione incerti nella fede, abbiamo là un buon appiglio per suscitare interesse al messaggio di Geova... Naturalmente, conoscere la religione altrui e sollecitare la comprensione reciproca non ci interessa niente... Certo, dopo una propaganda del genere vengono rimorsi di coscienza..." (pp. 41-44).La scoperta della vera Chiesa, "Cristo, che è la verità, aveva pur promesso di restare con i testimoni della sua dottrina tutti i giorni, fino alla fine del mondo. Tutti i giorni... Allora la Chiesa di Cristo doveva essere proceduta visibilmente e ininterrottamente fin dai giorni dei primi cristiani, ed essere presente tuttora, ai giorni nostri! E quale chiesa godeva di tale ininterrotta presenza nel mondo, dal tempo in cui il suo capo l'aveva fondata? La risposta che fui costretto a darmi, mi riservava una emozione profonda: la Chiesa di Cristo ... sembrava essere proprio la Chiesa Cattolica. quella che noi TdG qualificavamo come serva del demonio!..." (p. 134).

Le ragioni della conversione
"A conclusione della mia opera, cercherò di riassumere i motivi che giustificano la mia conversione davanti a Dio. La ragione umana, scevra di pregiudizi, non può ratificare la dottrina dei TdG. Lo studio critico della storia e dello sviluppo dottrinale della Torre di Guardia, rivela troppe contraddizioni. I "principi" di Brooklyn non possiedono la verità: questa è la causa reale che li ha costretti, e li costringe tuttora, a ritrattare continuamente ciò che hanno proclamato, ieri o decine di anni addietro, come verità biblica e divina. La Bibbia non giustifica le "verità" della Torre di Guardia. È rilevabile a colpo d'occhio che i "fratelli" di Brooklyn usano criteri arbitrari nell'interpretazione della Bibbia... La vita si ribella alle eccentriche concezioni dei TdG. Se l'umanità volesse adottare i programmi di Brooklyn, la famiglia si scioglierebbe, cadrebbe lo Stato, la vita sociale e politica si estinguerebbe. Tutto ciò contraddice alla volontà di Dio e alle leggi e necessità della natura umana, da Dio stesso creata... Queste sono le ragioni per cui mi sono staccato dalla " santa universale organizzazione di Geova". Ho cercato la verità, la giustizia e il genuino, cristiano amore del prossimo, ma ho trovato tutto questo nella Chiesa Cattolica, fuori della società della Torre di Guardia. Le centinaia di migliaia di TdG sacrificate e bloccate dalle alienazioni di Brooklyn, posso soltanto sinceramente, compiangerle..." (p. 142).

Come vive Il TdG?
"Vive prigioniero della Società Torre di Guardia", risponde un ex TdG, Paolo Nante, che narra la sua esperienza sul periodico "Maria Ausiliatrice" (1988-1989). La Società gli fissa la vita in tutti i particolari. Tutte le settimane deve partecipare a cinque riunioni organizzate dalla Congregazione: la scuola di ministero teocratico, l'adunanza di servizio, quella pubblica, lo studio della rivista "Torre di Guardia" e di un libro della Congregazione. Poi c'è la predicazione di porta in porta, la vendita di libri e riviste, le visite e lo studio a domicilio della Bibbia per conquistare nuovi adepti. Due volte l'anno c'è la verifica di un "sorvegliante" di circoscrizione che controlla minutamente ogni cosa. Ogni anno ci sono due assemblee di circoscrizione e un'assemblea di distretto che dura alcuni giorni. Non resta più tempo per fare altro. I problemi si aggravano se solo uno dei coniugi è TdG: i continui impegni del geovista rendono difficile la vita familiare anche nei giorni festivi: non si va più insieme a Messa, non si festeggia più Natale, Pasqua, compleanni, onomastici, la domenica... Non è raro che il geovismo separi famiglie un tempo felici.

Crisi di coscienza
È il titolo del volume, pubblicato in inglese e tradotto in italiano nelle edizioni Dehoniane di Bologna ( 1988), in cui "Un TdG si confessa", come dice il sottotitolo. Il TdG è Raymond Franz, nipote di Fred Franz presidente dei TdG dal 1977 alla morte (1992). Franz fu attivo militante fin dalla giovane età e per 9 anni fu membro del CD. Nel libro racconta la sua vicenda. La sua crisi cominciò quando prese a riflettere serialmente su alcune affermazioni geoviste chiaramente insostenibili. La reazione del CD (ormai più potente dello stesso presidente) fu immediata e netta: Raymond fu prima invitato a dimettersi, poi nel 1981 fu espulso. Il fatto più curioso è che la prima edizione del suo libro andò presto esaurita: l'organizzazione geovista acquistava il volume rendendone difficile il reperimento e creando il caso paradossale di un best-seller che pochi avevano letto!

4 maggio 2013

LA RESA DEI (rendi)CONTI

Dal blog di Rifondazione Comunista Sersale:



LA RESA DEI (rendi)CONTI

Per chi si fosse sintonizzato solo ora, il Comune di Sersale è in DISSESTO FINANZIARIO!
Nella deliberazione 340/2012, la Corte dei Conti, Sezione Regionale di Controllo Calabria, dichiara testualmente che:
ESAMINATA la documentazione prodotta, in ordine al rendiconto 2010, dall’Organo di revisione del Comune di SERSALE (CZ) acquisita con prot. n. 0007152 del 8 novembre 2011;
ESAMINATE le controdeduzioni prodotte dal Sindaco e dall’Organo di revisione del 26 aprile 2012 ;
il bilancio (stilato dall'allora Amministrazione Scalfaro, anno domini 2010) presenta:
  • elementi di criticità derivanti dall’incapacità di realizzare la massa delle entrate tributarie proprie (incapacità di riscossione);
  • notevole difficoltà connessa al pagamento dei residui passivi, sintomo di inefficienza nella gestione finanziarie delle risorse (incapacità di prevedere le uscite) - "La presenza di anticipazioni di tesoreria non rimborsate è il segnale di una condizione di precarietà degli equilibri finanziari, della loro inattendibilità";
  • gestione ordinaria influenzata da entrate di carattere non ripetitivo (una tantum come sanzioni codice della strada, proventi da terreni comunali e da concessioni lotti “PIP”) destinate a finanziare indistintamente la spesa corrente e ripetitiva.

Avete capito bene: il dissesto è certificato dalla Corte da almeno tre anni:
l’indebitamento per il 2010 ammonta ad €. 8.267.381,30 (come da conto del patrimonio), la consistenza residua dei debiti di finanziamento non assistiti ammonta ad €. 5.828.567,61; importo che incide per il 184 % ca. sul totale entrate correnti (€. 3.171.766,15).
Tale circostanza determina, in definitiva, il superamento di ben cinque parametri di deficitarietà, evidenziando dunque una situazione finanziaria di alta criticità che esprime una condizione di rigidità strutturale del bilancio che non consente una gestione flessibile delle risorse finanziarie e costituisce un preoccupante sintomo negativo circa la tenuta dei conti in termini di sana, prudente e corretta gestione finanziaria.

5.828.567,61 €. di debiti contratti esclusivamente da “Progetto Sersale” per il fallimentare PIP di Borda, per le opere alla Porta del Parco, ed altri investimenti senza futuro che hanno ucciso il bilancio comunale!

La Giunta Torchia, l'8 marzo 2013, venuti i nodi al pettine, cerca di opporsi a questa inoppugnabile certificazione di fallimento adottando un piano di riequilibrio decennale per attestare tutti i debiti fuori bilancio; deliberare le tariffe dei tributi locali nella misura massima consentita; coprire integralmente con tariffa (a carico dei cittadini) i costi della gestione del servizio rifiuti e acquedotto; accedere al Fondo di rotazione per la stabilità finanziaria di cui all'articolo 243-ter.
Quasi come se chi è causa del problema potesse, con zelo e dedizione, trovare una soluzione (a spese del contribuente, ovviamente!).
In questo modo si è cercato di prevenire la disfatta con una sorta di auto-commissariamento: ma la Corte dei Conti, bbastasa e caina, ha ritenuto non praticabile la procedura di riequilibrio finanziario e, riconosciuto condizioni finanziarie prossime al dissesto, con deliberazione n. 17/2013 accerta:
la mancata adozione da parte del Comune di Sersale di adeguate misure correttive e la persistenza di “gravi profili di criticità ed irregolarità, quali già riscontrati nella precedente deliberazione della Sezione n. 340 del 20/12/2012, [comporta] il dissesto finanziario dell’ente
La Corte dei Conti rigetta quindi il tentativo di tirare a campare dell'Amministrazione Torchia e chiede di procedere con il "dissesto guidato". Il Sindaco impavido "informa" della bocciatura e "comunica" che il Comune deve adottare controdeduzioni all'ultimatum della Corte dei Conti. Ma nonostante tutto nel Consiglio Comunale del 30 aprile 2013, l'Amministrazione (ahinoi!) ha dovuto ritirare tale delibera (18/2013).

Dinnanzi ad una Corte che certifica il fallimento dell'Ente a questo punto che si fa? Dissesto o non dissesto?
L'Amministrazione Torchia sta cercando - con ogni disperato artificio legalistico - di camuffare le ragioni del dissesto, sperando magari che qualche evento esterno e pregresso possa occultare il suo fallimento certificato. Annacquare la portata disastrosa del fallimento di "Progetto Sersale" con ritrovati burocratici, difendere l'indifendibile. Non è l'interesse pubblico la ragione di tanta dedizione, ma l'obiettivo di salvare se stessi.
Perchè l'art. 6 del d.lgs 149/2011 prevede l'ineleggibilità per gli amministratori che la Corte dei Conti ha riconosciuto responsabili di danni cagionati con dolo o colpa grave, nei cinque anni precedenti il verificarsi del dissesto finanziario.

A noi non interessano le dimissioni dell'attuale amministrazione perché sarebbero un atto dovuto. A noi interessa sapere quanto dobbiamo pagare per la gestione allegra di “Progetto Sersale”? Oltre che il loro onore è in gioco qualche altro interesse? Di quanto tempo ancora ha bisogno la giunta Torchia per andare a casa?
PS: per la cronaca, il disavanzo di amministrazione nel rendiconto 2012 è di oltre 500.000 € !!!

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