27 febbraio 2013

Il Grillo, il Caimano, il Giaguaro – chi sale e chi scende nel bestiario politico


di Giuseppe de Venuto 

Il Grillo: inarrestabile. Il suo Tsunami tour ha portato un’onda anomala di neo-eletti in Parlamento. Per gli avversari politici e per i radical-chic salottieri della sinistra italiana è un populista, un qualunquista, un demagogo, un novello censore; per i suoi “grillini” è una sorta di Messia perfetto ed inviolabile, un garante infallibile della democrazia del movimento. Ciò che davvero si nota, in positivo, è che lui ed il suo movimento non sono più definiti come l’anti-politica, anzi! Molte delle proposte generate dal M5s sono state inglobate, quantomeno nelle dichiarazioni di facciata,  nei programmi di quasi tutti i partiti: taglio dei Parlamentari, riduzione degli stipendi, abolizione dei vitalizi.  Altro che anti-politica, quindi. Ciò che, invero, genera notevoli perplessità è la  gestione padronale del movimento con le espulsioni (non previste dal  ”non statuto”) e, soprattutto, le note dichiarazioni riguardanti Casa Pound e l’imbarazzo a dichiararsi antifascista. Che il M5s si doti di regole interne chiare e complete è più che un auspicio di chi guarda con simpatia al Movimento 5 stelle: è previsto dall’art. 49 della Costituzione.

Le prime elezioni del 2013, viste da Sellia Marina.


Il nostro è un microcosmo, un puntino nella moltitudine della nazione. Ma è proprio da questi punti, unendoli, che si può tracciare la linea di congiunzione tra il pensiero dell’elettore medio, o almeno parte di esso, e la (X) più o meno libera e consapevole, espressa segretamente nella cabina elettorale.

Per quanto riguarda i numeri prenderemo in considerazione i partiti che hanno ottenuto cifre schiaccianti e quelli che hanno destato più scalpore. I flop.  

26 febbraio 2013

La maggioranza siete VOI!

Mi dispiace sono diverso.
Non faccio parte di quel 30% di italiani che ha votato "vi restituiremo l'IMU".
Non faccio parte di quel 30% di italiani che ha scelto di "smacchiare il giaguaro".
Non faccio parte di quel 30% di italiani che ha scelto "vaffanculo, tutti a casa".

Sono una minoranza culturale e come tale chiedo il rispetto e la tutela dei miei interessi.

La maggioranza siete VOI.


11 febbraio 2013

Come l’Islanda si è liberata dalla finanza.

Dal blog Sersale2012:
Giusto un anno fa avevo scritto sulla Masnada della Rivoluzione silente dell'Islanda.

“Islanda 2008/2011: – esordirebbe Lucarelli, scandendo le notizie con tagli della mano – alcune banche commerciano titoli spazzatura. Bruciano i risparmi dei cittadini. Lo Stato interviene per salvarle e la notizia fa crollare i mercati. Le agenzie di rating emettono la sentenza: l'Islanda viene declassata, la borsa chiude. La bancarotta è come la marea: arriva e porta via con se risparmi e servizi per i cittadini”.
A gennaio '09 il governo è costretto alle dimissioni. Il parlamento approva una legge per risanare il debito: 3,5 miliardi di euro per 15 anni sulle spalle degli islandesi. Nel 2010 l'occupazione delle piazze di Reykjavik. Il presidente concede il referendum e il 93% degli islandesi dice NO alla legge di risanamento del debito. Allora comincia la risalita. Viene eletta una commissione di 25 saggi con il compito di riscrivere la costituzione, la classe dirigente è accompagnata fuori dalle istituzioni. Il nuovo governo rosso-verde guidato da una donna spicca mandati di cattura per banchieri e finanzieri, nazionalizza le banche per tutelare le attività economiche dei cittadini. I 25 saggi pubblicano su Facebook la nuova costituzione e questa viene discussa su Twitter. Le proposte dal basso sono inserite nel testo e saranno sottoposte a referendum confermativo.
Il tasso di crescita dell'Islanda, dopo la nazionalizzazione delle banche, è al 2,3%, la disoccupazione al 6,7, ben al di sopra di altri paesi europei che ancora difendono le banche con la paura del debito.

2 febbraio 2013

L'Agenzia delle entrate, equo e usuraia

L'ingresso dell'Agenzia delle entrate a Catanzaro 

Se tutti pagano le tasse, le tasse ripagano tutti”. Lo aveva sentito in tv. Lo avevo letto sui teleschermi dell’Agenzia. Era diventata la sua morale. Il moralista contro gli evasori. Andrea era un ragazzo tutto d’un pezzo. Non accettava le mezze misure. Tasse uguale giustizia. Tasse uguale diritti. Quella mattina lo slogan lo convinse ad obliterare il biglietto dell’autobus con più convinzione. E nel farlo si guardò intorno, voleva rassicurarsi che anche gli altri lo facessero. 

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