5 aprile 2014

Presentazione del libro "Il giovane Emilio"

Tema delicato.  Poderoso quanto preso con le pinze e spesso taciuto quello della pedofilia.
Mai affrontato direttamente nei diversi contesti, che l'hanno visto protagonista di innumerevoli discussioni. Spesso prese sotto gamba. Un tema trattato raccontato e denunciato senza troppi giri di parole, con gli occhi di un bambino quasi adolescente, nel libro autobiografico del Giornalista Scrittore Emilio Grimaldi e presentato al pubblico dall'associazione Universo Minori e da Gaetano Romani.
Un tema trattato ieri in una suggestiva quanto calda sala dei concerti del Comune di Catanzaro. Gremita di giovani studenti in età adolescenziale. La stessa età de "Il giovane Emilio", che a distanza di venti anni ha raccontato alla platea incantata dalla sua schiettezza e dal suo "non coraggio" il suo passato in seminario. Raccontandolo umanamente. Abbattendo il muro del silenzio, che lo aveva costretto all'omertá, giganteggiando tra coloro che non ne sapevano nulla. Vergognandosi di dirla quella parola, omettendone il significato ai ragazzi, girandoci attorno e omettendone l'esplicazione pendendo dalle labbra dello scrittore.

Cornice quasi grottesca quella della sala dei concerti. Con alle pareti vecchi uomini di regimi passati. Monarchici e feudali che hanno posseduto la città e abusato del loro potere. Mobili e lampadari austeri. Lampadine fulminate. Grate costringenti, un piano forte coperto. Un ambiente cupo, che sapeva di inquisizione. Nulla a confronto degli interventi che hanno contraddistinto la rassegna. Interventi che dopo l'introduzione dettagliata di Marco Marchese al tema dell'abuso minorile -consumato prevalentemente in ambienti familiari e di fiducia-, hanno visto come protagonisti infelici l'assessore Sgromo che andando di palo in frasca dopo i saluti di rito ha dichiarato: è aberrante l'inasprimento delle pene sul femminicidio, bisogna pur tenere in considerazione l'altra faccia del mondo. A questi è seguitato l'intervento dell'on. Angela Napoli che ha esortato ad una discussione sul tema per dotare -non si sa bene chi- di strumenti utili a limitare e debellare il fenomeno, soffermandosi sul coraggio dell'autore di aver denunciato.
Diversi gli avvocati che hanno partecipato, annoiando la platea di ragazzi (studenti del liceo scientifico con cui nessuno ha interloquito), con i loro tecnicismi insistendo sull'inasprimento delle pene come deterrente alla commissione di questi reati. Un delegato della questura ha invece argomentato parlando di rivelazione e rilevazione del fatto esortando alla cautela. Mentre il vicario mons. Facciolla  portando ad esempio un fatto, da lui stesso definito in via di accertamento, ha brutalmente denigrato la denuncia definendola "vendetta", e affrancando la sua posizione con questa domanda: "come mai le presunte vittime aspettano tanto prima di denunciare?  Forse per vendetta? Per le mancate attenzioni?" A questi ha subito replicato l'autore Grimaldi, che ha portato alla luce fatti accaduti di recente nel suo paese natio (oltre quelli descritti nel libro e caduti in prescrizione) argomentando il tutto con coincidenze raccapriccianti riguardanti la difesa di un "aguzzino" accertato da parte della Chiesa ammutolendo il monsignore. Che nella sua arringa iniziale aveva furbescamente omesso ciò che porta all'omertá le vittime. L'emarginazione. La discriminazione. Il culto religioso dei tabù. La vergogna familiare imposta da una certa società che vede la vittima pari al carnefice. Il bigottismo. I traumi e le ritorsioni psicologiche.
Questo è ciò che è accaduto di fronte alla platea di giovanissimi a cui non si è spiegato a fondo l'importanza di una informazione consapevole, del dialogo senza barriere con i genitori e gli educatori per la costruzione di una sana educazione sessuale al fine di prevenire abusi che in una totale e confusa ignoranza pre adolescenziale trovano terreno fertile.

Nessun commento:

Visualizzazioni totali